Narratore: Marianna Febbi – Guida Turistica
Visto in avvicinamento, Pianiano sboccia come un fiore nel paesaggio. Un borgo è la mappa delle sue storie, che sono incise negli archi, nelle strade, nei lampioni. Un palinsesto di vite, di stagioni, di trasformazioni. Al cospetto delle mura di Pianiano, camminando tra i suoi vicoli o sostando nella piazzetta, facciamo la più pura esperienza del tempo passato.
Il borgo di Pianiano si presenta oggi come un solitario crocchio di abitazioni poste sulla sommità di una rupe tufacea. Il percorso di accesso all’insediamento al quale accompagna Sentiero Bandito attraversa una piccola e affascinate via cava. Il centro abitato ha origini antichissime e la sua storia ha visto nei secoli l’alternarsi di fasi di spopolamento e ripopolamento. Nel XVIII secolo fu Benedetto XIV a risollevare le sorti del piccolo paese, che nel corso del 1600, a causa della malaria, aveva subito un esodo totale della popolazione residente. Il papa offrì Pianiano a diverse famiglie di origine albanese provenienti da Scutari e scampate alle persecuzioni ottomane. Nella toponomastica locale ancora oggi è individuabile la traccia di questo passaggio storico. I residenti stabili di questo piccolo sito dedicano ad esso le più amorevoli cure ornandolo con innumerevoli piante e fiori, e fornendo ai visitatori, nel loro silenzioso accogliere, un calore e un’atmosfera sospesa nel tempo, nel percepibile incanto di tutto ciò che è stato e di quello che, ancora oggi è e sarà.