Narratore: Marco D’Aureli – Direttore del museo
Un museo che offre una lettura antropologica del brigantaggio maremmano, un viaggio nell’immaginario tra fonti storiche e testimonianze contemporanee che ruotano attorno alla figura di Domenico Tiburzi.
Il Museo del brigantaggio di Cellere è un museo narrativo il cui allestimento ruota attorno alla figura di Domenico Tiburzi. Nato nella frazione di Pianiano nel 1836 e morto alle Forane di Capalbio nel 1896, Tiburzi, conosciuto anche come il Re del Lamone, rappresenta il modello stesso del brigante maremmano. Il museo si articola in due grandi sezioni principali. Il piano terra, tramite installazioni etnografiche, restituisce documenti di diversa natura risalenti al periodo compreso tra il 1893, anno del Processone di Viterbo, e il 1896. A fare da filo conduttore sono i brani tratti dal reportage giornalistico Nel regno di Tiburzi redatto da Adolfo Rossi. Si tratta di materiali che aiutano a pensare il modo in cui, negli anni stessi in cui il brigante era in azione, esso veniva immaginato e rappresentato. Il piano superiore offre ai visitatori uno spaccato delle storie e delle memorie contemporanee che, ancora oggi, a più di cento anni dalla sua morte, ruotano attorno alla figura del coì detto “giustiziere di Cellere”. Completa il percorso allestito una sezione nella quale si dà conto del successo del “marchio brigante” in ambito commerciale e di promozione del territorio.
Il Museo del brigantaggio intende offrirsi quale luogo di discussione e approfondimento attorno all’illegalismo che investì la maremma nella seconda metà del XIX secolo e ai temi ad esso collegati. Il percorso museale offre ai visitatori chiavi di lettura utili ad una approfondita interpretazione del paesaggio all’interno del quale i fatti raccontati si svolsero.